Le elezioni? Sfida tra Highlander e alla fine “ne resterà solo uno”: Monti

Le elezioni? Sfida tra Highlander e alla fine “ne resterà solo uno”: Monti

Monti

Manca meno di un mese al voto, e più il tempo passa, e più ci si accorge che queste elezioni sono un qualcosa di diverso da tutte le altre. Infatti, è sufficiente ricordare gli impegni presi dai partiti davanti agli elettori, ovvero di quando garantivano senza riuscirci, che entro il mese di settembre 2012 avrebbero modificato la legge elettorale, per capire il perché queste elezioni siano molto diverse da quelle trascorse in passato.

Per quel che mi riguarda una idea me la sono fatta da tempo  e oggi, proprio perché non si è voluto modificare la sopra citata legge elettorale, ho la sensazione che queste elezioni anticipate siano state in realtà cercate e fortemente volute da tutti i partiti, Monti compreso, perché da un lato necessarie a conseguire la legittimità popolare prevista dalla Costituzione, dall’altro – grazie alla legge elettorale che non si è voluto cambiare – per  poter avere la certezza di garantirsi  la propria sopravvivenza politica. Ora che la certezza politica di salvarsi appare scontata, l’obbiettivo primario di tutti i partiti  sta divenendo un altro, ovvero il consolidare attraverso le elezioni quel consenso democratico elettivo perduto e largamente compromesso dagli scandali in cui sono stati coinvolti e a far dimenticare così agli italiani le loro malefatte.

Anche la campagna elettorale, che un tempo veniva impostata prevalentemente sui comizi di piazza, in questa tornata elettorale sembra aver  assunto quasi  un ruolo marginale. A conferma di ciò, è sufficiente vedere come si siano volatizzati i comizi per sfruttare al meglio le ospitate televisive. Ciò che stupisce di più, nonostante pochi “impresentabili” non siano stati candidati, è che tutti partiti storici si sono invece convinti di aver attuato un grande rinnovamento interno, quando invece, hanno solo sostituito i suddetti “impresentabili” con l’apparato delle seconde linee. In sostanza, l’unico distinguo sulla bontà del rinnovamento interno lo ha fatto Bersani, il quale ha precisato che tale cambiamento ha riguardato quasi i due terzi del partito e che tutto è avvenuto con le primarie, ma lungi dall’essere sopiti, i malumori interni denunciano ben altro ed è sufficiente ricordare i fatti accaduti dopo le primarie per averne una conferma.

Insomma, quella a cui stiamo assistendo è una campagna elettorale molto diversa da quelle a cui eravamo abituati, dove la sfida tra i candidati premier di oggi, appare invece sostituirsi alla sfida tra i partiti di ieri, una sfida che però assomiglia molto a quella degli Highlander dove alla fine, piaccia o non piaccia, né deve rimanere solo uno. Queste elezioni, insomma, sono diverse, molto diverse, anzi troppo diverse, sembra quasi che l’esito sia già stato tacitamente deciso a tavolino e di indizi se ne vedono già troppi, basta guardare all’ingerenza dell’Europa per convincersene.
Infatti tutti gli schieramenti della vecchia politica hanno sottoscritto il Fiscal Compact e regole molto dure alle spalle dei cittadini che non hanno avuto voce in capitolo, ritrovandosi i tagli sullo stato sociale come sanità e istruzione, mentre le voci dei cittadini sui finanziamenti ai partiti e i tagli ai costi della politica e gli sprechi sono rimaste inascoltate.

Mario Cabiddu

Fonte: http://www.lindipendenza.com/

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