La vera storia della finanza che ha ucciso l’economia

La vera storia della finanza che ha ucciso l’economia
Squalo_001Un articolo di Valerio Malvezzi

Supponi di chiamarti Mario o Maria Rossi e alla fine di questo articolo capirai perche’.Trovo spesso ragazzi in Universita’, persone per la strada, imprenditori di giorno in azienda, amici la sera in birreria, che si guardano intorno, tra le macerie del cosiddetto capitalismo e scuotendo la testa mi chiedono: ma perche’ e’ successo tutto questo?Cio’ che voglio raccontare, da uomo di finanza aziendale e’ la storia della finanza che ha distrutto l’economia, perche’ ritengo giusto che la gente sappia perche’, oggi, si trova in una situazione tragica, ha perso potere d’acquisto, ha perso il reddito e sta per perdere perfino la speranza nel futuro.La tragedia, spesso, nasce da una commedia. Sul palcoscenico, siamo nell’America a partire dagli anni ’90, si susseguono attori politici di diversa estrazione, da Bill Clinton a George W.Bush, tutti a decidere una politica sociale in teoria giusta: la casa e’ un bene primario per tutti, quindi diamola a tutti (ma lo stesso avevano fatto con il prestito al consumo, le carte di debito e via discorrendo). In Italia, in Europa e in altri paesi occidentali invece i governi sono cattivi e non intervengono quando le banche dicono che per dare il mutuo per comprare casa uno deve avere due cose: un reddito e un patrimonio. Detto brutale, se vuoi una casa, ci vuole qualcuno proprietario di casa che garantisca per te. Cosi’ e’ stato da sempre.

Ma in America no, pare brutto. Sin dal 1938, gli Stati Uniti avevano inventato delle agenzie per agevolare l’acquisto della casa per tutti, poiche’ si riteneva che cosi’, con il debito, si sarebbe rilanciata l’economia (si era nel New Deal e si usciva dalla crisi del 1929, forse non piu’ grave di quella di oggi). Cosi’, negli anni ’90 si inventano due nuove manovre. La prima sono agenzie pubbliche, nate per agevolare quel sogno americano, la seconda sono regole finanziarie nuove, che di fatto creano un sistema finanziario ombra, al riparo dalle regole. In estrema sintesi, poiche’ l’economia era in crescita e poiche’ i prezzi delle case erano in aumento, il ragionamento era: se il signor Brown non sara’ in grado di ripagare il mutuo, noi banche ci riprendiamo la casa, che nel frattempo avra’ aumentato di valore. Esiste un problemino, pero’. Il signor Brown non ha reddito e non ha garanzia. Nessun problema, pensano gli esperti: chi ha detto che il mutuo debba essere a rata fissa? Ci inventiamo un bel “mutuo sotto primario” (subprime lending) a rate variabili, partiamo da una piccolina e poi la facciamo crescere. Si’, ma cosi’ facendo, prima o poi non sara’ in grado di pagare. Qui sta il bello – risponde il consulente finanziario – perche’ a quel punto, dovra’ tornare in banca a rifinanziare e noi ci guadagniamo due volte. Non solo: gia’ che ci siamo, fanno una seconda brillante pensata. Visto che il valore della casa, nel frattempo e’ cresciuto, il signor Brown potra’ rifinanziare il maggior valore. Guardate la pensata finanziaria:Finanza_Uccide_Economia_01

Ma prima o poi, il signor Brown non riuscira’ a pagare il mutuo! – obiettava qualcuno. Il rischio sarebbe stato corso dalla banca, il che agli esperti di finanza pareva poco saggio. La banca non sara’ in grado di moltiplicare pani e pesci – pensa qualcuno – ma di certo ha una capacita’ straordinaria: moltiplicare il denaro. Quando un qualsiasi signor Brown va in banca a chiedere denaro (per una casa, ma per qualsiasi altro bisogno umano, per esempio una impresa) la banca presta soldi che qualcuno avra’ depositato, ma saranno molti piu’ i soldi prestati di quelli depositati. Tutto il gioco si basa su una parolina magica: fiducia. Penserai mica che i soldi che tu hai depositato in questo istante sul tuo conto corrente siano fisicamente contro garantiti da monete d’oro, belle ammucchiate nei forzieri della tua banca, in dobloni? Infatti, se nello stesso istante tutti i risparmiatori della tua stessa banca corressero agli sportelli a chiedere di avere indietro i propri soldi, succederebbe una cosa sicura e matematica: la tua banca fallirebbe.

Tecnicamente, questa cosa si chiama bankrun (corsa alla banca) e in Italiano la dovremmo chiamare “assalto alla diligenza”. Se salta una banca, si diffonde il panico e allora si verificherebbe l’assalto a tante diligenze, tutti a urlare: rivoglio indietro i miei soldi! Ecco perche’, di notte solitamente, le banche centrali (come Banca d’Italia) qualche volta hanno pompato liquidita’, un po’ come l’acqua per spegnere un incendio.

Non pensare che stia raccontando una favola e’ successa diverse volte nel mondo e anche in Italia siamo stati a un soffio dal fallire (ma questa e’ una altra storia e la si dovra’ raccontare un’altra volta). Poiche’ chi lavora in finanza sa benissimo questa cosa, da decenni ci sono regole che invitano alla prudenza, proprio per evitare che il panico nella finanza distrugga l’economia. Prudenza vuol dire che una banca non dovrebbe dare i soldi a chi non offre garanzie reddituali e patrimoniali di restituirli. La gente ragiona sempre dal lato di chi li prende, ma prova, per un istante, a pensare al fatto che sia qualcun altro che prende i tuoi risparmi per farne cio’ che vuole e forse comincerai a intuire una diversa verita’.

A quel punto forse urlerai alla banca: ehi, ferma il mondo, per prestare il mio denaro a qualcuno devi essere molto prudente, perche’ quelli sono soldi miei!

Ma la prudenza non va a braccetto con il fare un pacco di soldi ed allora negli Stati Uniti di qualche anno fa, dopo la pensata del mutuo a rate crescenti, qualcuno comincia a dire: ferma il mondo, ma se il giochino salta, se Brown non paga il mutuo, rimaniamo noi col cerino in mano e chi lo spiega ai nostri clienti?

Schema iniziale:Finanza_Uccide_Economia_02

Non ci piace.
Ecco che allora dalla pensata finanziaria si passa alla magia finanziaria.

Magia finanziaria numero 1
Allora, sai che facciamo? – si chiedono gli avvocati a Wall Street – ci inventiamo una bella scatola e la chiamiamo “veicolo speciale di investimento” (SIV, Special o Structured Investment Vehicle).

Quella scatola e’ una banca di una banca. Poi, pensano i furbi, i mutui della banca li ficchiamo in pancia a questa societa’ e di fatto trasferiamo l’onere del signor Brown dalla banca alla societa’ speciale.
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Peccato che, se Brown non pagasse il mutuo, il rischio ricadrebbe sulla banca, che di fatto detiene la proprieta’ di queste speciali societa’ veicolo. Ecco allora che si inventano un secondo trucco finanziario.

Magia finanziaria numero 2
Vendono due cose: le obbligazioni, cioe’ i titoli di debito e le azioni, cioe’ i titoli di proprieta’ delle loro stesse societa’ veicolo. In ingegneria finanziaria (cosi’ chiamano questa magia) tecnicamente questi titoli si chiamano “obbligazioni coperte da un collaterale”, cioe’ sono debiti coperti da una garanzia (CDOs, collateralized debt obligations). Ma per vendere una cosa, ci vuole qualcuno che acquisti e allora si rivolgono al mercato finanziario, da loro stessi controllato (o quanto meno fortemente condizionato), promettendo alto rendimento.
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Ora, come ho scritto in altri articoli, alto rendimento significa, in finanza, alto rischio. Di fatto, stanno trasferendo il rischio dalla pancia propria, alla pancia degli acquirenti. Esiste un problema, pero': la quotazione di un rischio troppo eccessivo e ci sono organismi di controllo che dovrebbero certificarlo. Ci vuole una terza magia.

Magia finanziaria numero 3
Il termine inglese e’ agenzie di rating e visto che tale termine e’ noto al grande pubblico non traduco. Di fatto, convincono le agenzie di rating, da loro indirettamente controllate e loro controllori (avete letto bene) a erogare generosi giudizi, basati su un ragionamento statistico: visto che i mutui diventeranno un casino – si pensa – mica sara’ possibile che saltino tutti insieme.
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Avendo insegnato statistica per anni, non vi tediero’ dicendo che tale evento e’ improbabile per una legge nota come legge dei grandi numeri. Tuttavia, gli statistici non hanno considerato che la sfortuna sara’ anche cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Soprattutto, aggiungo, se l’uomo fa di tutto per metterle gli occhiali. Tecnicamente, siamo al passaggio folle numero quattro.

Magia finanziaria numero 4
Se tu prendi un titolo coperto da attivi e lo consideri poco rischioso (perche’ le agenzie di rating hanno detto cosi’), allora – pensa qualche genio – tiriamo la statistica per la giacchetta e facciamo pacchetti di mutui incorporati nei titoli, facciamo titoli dei titoli, moltiplichiamoli e cosi’ – diversificando il rischio – le agenzie di rating daranno un voto ottimo e fondi pensione e risparmiatori si butteranno all’amo. La lenza e’ calata in acqua e anche questa volta i voti sono ottimi e i risparmiatori, i fondi e gli investitori comperano non piu’ la porcheria, ma la porcheria della porcheria, in dosi non sommate, ma moltiplicate di veleno. Ma gia’ che ci siamo, inventiamo un altro prodotto di ingegneria finanziaria (la chiamano ancora cosi’), che in italiano traduciamo con “derivati” (CDS, Credit Default Swap) che in sostanza sono una sorta di complesso prodotto finanziario assicurativo, per cui si paga un premio, ma se succede un evento negativo (giudicato improbabile) si viene indennizzati.
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Cosi’, leghiamo tutti i debiti coperti da un collaterale, che abbiamo fatto in tanti bei pacchetti e li leghiamo a un prodotto assicurativo e poi li facciamo valutare dalle agenzie di rating, prima di ficcarli sul mercato di borsa. Ma che grande idea! – e’ la valutazione entusiastica di queste ultime – e quindi tutti in borsa a comperare, perche’ tanto, se dovesse fallire qualche societa’ speciale veicolo, si sarebbe rimborsati.

Ripetiamo i quattro passaggi, perche’ qualche persona non avvezza alle alchimie, ai riti magici e ai giochi di prestigio potrebbe essersi persa per la strada. I crediti, che erano delle banche, sono stati ceduti a societa’ veicolo, che non sono piu’ delle banche, ma anzi sono stati venduti sul mercato, ma non singolarmente, ma in pacchetti, a loro volta non venduti singolarmente, ma in pacchetti contenenti pacchetti, con un rischio moltiplicato ma diversificato e ai quali viene legata una assicurazione al rischio, in modo tale che se il signor Brown non paghera’ il mutuo, il debito non sara’ piu’ della banca, ma del mercato. Tutto il gioco si basa su un presupposto: il prezzo delle case salira’ sempre e quindi la garanzia reale sottostante ci sara’.

Se non che, poiche’ l’appetito vien mangiando, qualcuno emette enormi quantita’ di questi pezzi di carta, senza mettere da parte abbastanza riserve nel caso (non solo possibile, ma alla lunga probabile) che il mercato prima o poi non salga, ma scenda. Perfino il piu’ stupido dei giocatori d’azzardo sa, infatti, che il rosso non puo’ uscire per sempre.

E infatti, un bel giorno, pochi anni or sono, usci’ il nero e il prezzo delle case scese.
Se non che i maghi della finanza avevano avuto un colpo di genio.

Magia finanziaria numero 5
Quel polpettone dei debiti coperti da attivi, da soli erano piuttosto indigesti per il mercato finanziario, cosi’ ne avevano fatto tre fette, una buona, una stantia e una andata proprio a male.
Quella buona venne comperata al volo dal mercato (con il voto ottimo delle agenzie di rating). Su quella un po’ stantia, ci ficcano sopra la copertura assicurativa, cosi’ la fanno inghiottire (con il voto buono delle stesse agenzie) agli investitori istituzionali, agli enti territoriali, ai fondi pensione.

Si’ – direte voi – ma da qualche parte la fetta proprio marcia dovra’ essere mangiata. Ah, beh ma in finanza c’e’ una invenzione per tutto e si chiama titolo ad alto rendimento (tacendo il fatto che abbia quindi un alto rischio). Un titolo ad alto rendimento lo chiamano High Yeld Bond (debito ad alto rendimento). Lo stesso pezzo di carta, se lo giri e lo guardi da dietro, si chiama invece Junk Bond (debito spazzatura). Pero’, quella schifezza, poiche’ rende tantissimo (essendo esplosiva) chi se la cucca? Se la tengono loro, le societa’ veicolo, che di fatto sono emanazione delle banche, ma per non sporcare i bilanci, la ficcano in fondi di investimento, con sede non in America, per carita’, ma in qualche remoto paradiso fiscale. Cosi’, i voti delle societa’ di rating sui loro bilanci saranno ancora buoni.
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Quando scoppia la bolla, tutti rimangono con le braghe calate, perche’ in questo casino succedono tre cose. Primo, l’economia e’ ormai tecnologica e interconnessa e quindi la bolla ha una deflagrazione planetaria. Secondo, i prodotti finanziari sono stati resi cosi’ complessi che dare un valore reale diventa pressoche’ impossibile e nel dubbio il valore diventa zero. Terzo, le scatole cinesi inventate sono cosi’ tante, che non si capisce nemmeno piu’ dove siano iniziate le responsabilita’ e dove siano finite.

Ora, questo articolo affronta una materia molto complessa, perche’ hanno volutamente cercato di renderla tale, con alchimie e magie finanziarie, proprio al fine di non farci capire piu’ niente. Allora, io provo a renderti piu’ chiaro quello che e’ successo. Per farlo, supponiamo che tu sia il signore o la signora Rossi, tu viva in Italia, tu non conosca minimamente la banca statunitense Dollaroni e non abbia la piu’ pallida idea di chi sia il signor Brown. Possiamo dire, per ipotesi, che il signor Rossi sia magari un pensionato che ha riscattato il suo famigerato TFR e ha investito i risparmi di una vita di fatiche dando quei quattro soldi a un gestore della propria banca sotto casa. Oppure la signora Rossi sia una madre di famiglia che, dopo tanti anni di fatiche da lavoratrice dipendente, ha messo da parte un gruzzoletto e ha deciso di investirlo, poiche’ i figli stanno diventando grandi e vorrebbe che potessero studiare all’Universita’, cosa che lei non ha potuto fare. A entrambi, il gestore della banca sotto casa in Italia ha fatto comperare diversi fondi di investimento “perche’ cosi’ diversifichiamo il rischio”, ha detto, mostrando loro Il Sole 24 Ore di alcuni anni fa.

Bene, ora mettiamo insieme i pezzi del puzzle e vediamo quale era il vero scopo di tutto questo.
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Ecco, dove volevano arrivare e perche’ e’ stato fatto, scientificamente e consapevolmente, tutto questo: si chiama gestione del rischio. Lo scopo era uno solo: spostare il rischio della insolvenza di Brown dalla banca Dollaroni al signor Rossi. Solo che Dollaroni aveva gli strumenti per misurare il rischio che stava correndo: il signore o la signora Rossi, no. Al mondo, c’erano milioni di signor Brown e milioni di signori e signore Rossi.

Sta di fatto che, da tutta questa storia, se ne debba trarre un insegnamento.

Gli alchimisti della finanza americana hanno inventato un’alchimia chiamata “Cartolarization” e creato oro dal piombo con i “titoli coperti da attivi”, (ABS, asset backed securities). Parolone, per confondere le cose alla gente. Tecnicamente, in italiano la traduciamo in cartolarizzazione e significa trasformare un debito reale in pezzi di carta. Non solo, ma il dramma e’ che questi pezzi di carta sono fatti girare per il mondo, ogni giorno, insieme alla spazzatura che si portano dietro, non singolarmente, ma in pacchetti che ne aumentano esponenzialmente il rischio.

L’insegnamento e’ che, da tempo immemorabile, da quando e’ stata inventata la moneta e’ sempre stata l’economia a dominare la finanza e non viceversa. Quando qualcuno ha pensato (e molti lo pensano ancora oggi) che investire in pezzi di carta, servizi e bit virtuali sia il modo per farci vivere tutti piu’ ricchi, ha creato le premesse del disastro. Se ne esce, a mio parere, solo tornando alla cultura delle monete antiche. Su di esse – andate a controllare su internet le fotografie – da una parte vi era un valore, ma dall’altra quel valore era rappresentato da una mucca, un cavallo, una pecora. Simbolicamente era l’agricoltura, la produzione, il lavoro dell’uomo che crea, con il sudore, il valore di una economia e non i pezzi di carta.

Il mondo e’ stato per secoli agricolo, artigianale e poi industriale. Anche il nostro paese, al tempo dei nostri padri era un paese agricolo e avevamo ancora delle industrie. Eppure, ancora questa mattina, io leggo sul giornale, sbattute in prima pagina, notizie che nascondono alla gente le cose, spacciando per ripresa economica questioni di politica monetaria e di natura meramente finanziaria. Quelle cose spostano il problema, lo rinviano, creano debito dal debito, cioe’ io vedo ripetere ancora gli stessi errori.

Vi ho raccontato allora questa storia complicatissima – sperando di averla resa almeno un po’ piu’ chiara – per due ragioni.

  • La prima e’ perche’ io credo che la gente debba sapere perche’ oggi sta male e qualcuno dovrebbe dirlo in modo chiaro.
  • La seconda, ancora piu’ importante e’ perche’ io credo che si debba avere memoria del passato e non ripetere gli stessi errori, traendone quanto meno un insegnamento.

I nostri governanti devono sapere che la gente sa e ha tratto un insegnamento dalla storia.
All’epoca dei nostri padri, il nostro era ancora un Paese industriale. All’epoca dei nostri nonni era un Paese agricolo e da bambino io vedevo ancora animali nei campi.

L’insegnamento e’ che non ci sono scorciatoie, non ci sono sogni americani, non ci sono alchimie finanziarie.
Io credo che si debba tornare a vedere tante merde di animali nei nostri campi in piu’ e tanta merda di carta in meno sui mercati finanziari.

Per ogni chiarimento contattatemi pure all’indirizzo [email protected] e saro’ lieto di rispondere alle vostre domande.

Buon lavoro.

Fonte: http://www.massimobolla.it/Pagine/News/VM_069_2015_03_03_Finanza_Che_Uccide_Economia.asp

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